Arina di Lamon, Feltre, Belluno |
Chissà se era una giornata di sole, se faceva caldo o se era una di quelle profumate giornate di fine primavera in cui si sente nella brezza il profumo dei fiori...
Chissà se la tua mamma Maria se lo sentiva che eri una bella femminuccia e se avrebbe mai immaginato che avresti fatto crescere una famiglia così numerosa...mi piacerebbe anche dire così unita ma sarebbe, purtroppo, una bugia...
Ti chiamò Teodolinda anche se nella tua vita tutti ti hanno conosciuta come Linda.
Non ti ho mai chiesto come hai vissuto la tua infanzia, com'erano la tua mamma e il tuo papà, non ti ho mai chiesto qual'era il tuo colore preferito e quale il fiore o la canzone.
Mi hai raccontato tante cose, sono sempre stata "avida" nel sentirti raccontare ma 94 anni sono tanto lunghi e molte cose sono sfuggite... poi sei sfuggita tu, non ricordavi più nulla e faticavi a riconoscerci.
La vita ti ha mangiata un pò alla volta, ha preso ogni giorno un pegno e non lo ha più restituito.
Non ricordo nemmeno quando ho mangiato l'ultima volta il tuo formaggio fritto con la polenta, non ricordo qual'è stato l'ultimo Natale passato davvero insieme nel pieno delle tue capacità... ma non è importante, hanno avuto tutti un valore inestimabile i momenti passati con te nonna!
So che la persona più importante per te è stato tuo marito, nonno Luigi: il tuo unico grande amore! Lo avevi conosciuto che eri ancora una bambina e il vostro amore ti ha portata ad essere una giovane mamma di 19 anni, sposa all'alba di un lontano 16 settembre in gran segreto per la presenza di un bel pancione da cui sarebbe nato lo zio Giacomo. L'anno dopo è nato anche lo zio Vittorio poi è arrivato il giorno in cui sarebbe dovuto nascere Luigi ma lui non ce l'ha fatta! Il nonno era in guerra e hai pregato il Signore perchè almeno uno dei due Luigi te lo lasciasse in vita. Poi ancora lo zio Antonio, lo zio Bruno, la zia Delfina, il mio papà e la zia Luciana.
Sette li hai cresciuti, tra mille vicessitudini, in anni di guerra tra povertà, carità e sacrifici. Gli hai insegnato l'amore per il tuo Signore, lo hai sempre pregato tanto anche se i preti non ti piacevano, hai insegnato loro l'educazione e l'umiltà, il rispetto per gli altri, il valore del lavoro, della famiglia, del calore umano...
Nei primi anni 60 hai preso tutto ciò che avevi e hai portato la tua famiglia lontano, a Montecchio Maggiore, dove c'erano prospettive di lavoro migliori che nel piccolo paesino Feltrino dov'eravate nati... ma le tue montagne le hai sempre rimpiante fino agli ultimi giorni, anche nell'incoscenza in cui la senilità ti aveva portato...
A Montecchio hai messo sù casa, sei riuscita a dare una casa ad ogni figlio maschio, una delle femmine si è sposata e la più piccola è rimasta con te. Lei non ha trovato marito, lei è stata la tua figlia "speciale".
Ti sei presa cura di loro, della zia Annamaria, hai cercato di dare spazio alle nuore e al genero. Hai amato noi 10 nipoti tutti allo stesso modo (ricordo che non potendoti permettere un regalo per ciascuno a Natale o ai compleanni, compravi un bel sacco di cioccolatini e li dividevi tra tutti).
Mi ricordo dei Natali di un tempo in cui ci ritrovavamo a casa tua: noi bambini giocavamo insieme e voi adulti mangiavate la polenta fredda con una fetta di formaggio o con i rimasugli del coniglio in umido, tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso, chiacchiere e risate!
Ti piaceva la cannella, la mettevi ovunque (questo l'ho preso da te!), eri convinta che un bicchierino di Fernet Branca alla menta caldo potesse far sparire qualsiasi tipo di dolor di stomaco, non amavi prendere le medicine e ti piaceva andare in bicicletta; la tua me la ricordo ancora! Rossa bordeaux con quei due "cosini" che spuntavano ai lati del portapacchi posteriore... non ho mai capito cos'erano e a cosa servissero!
Ti piaceva la tua cantina, amavi la tua serra nel sottoscala (l'amavo anch'io...), ti piaceva piantare i pomodori nell'orto e la zia Maria me li faceva sempre mangiare appena raccolti, che buoni!
Sei rimasta vedova a 70 anni e non oso immaginare quanto tu abbia sofferto di quella perdita!
Io avevo solo 10 anni e allora non ti osservavo molto... la mia attenzione era attirata dalla zia Maria, dalla sua vita a metà... provavo compassione e pena per lei e finchè è rimasta con noi tu sei rimasta un pò in ombra... solo dopo quel 10 aprile 1999 che se l'è portata via ti ho veramente vista! Solo da lì ho cominciato a capire che meravigliosa, forte, caparbia donna tu fossi! Purtroppo eri già una dolce vecchina di 80 anni suonati e mi è rimasto poco tempo per poterti osservare, per chiedere, per conoscerti davvero!
Ho appreso molte cose dalle tue esperienze nonna, mi hai insegnato che le cose importanti non si contano e non si pesano, che una persona vale per ciò che è e non per quello che sarebbe potuta essere... tu mi hai amata per quella che sono, per quella ragazzina ribelle e un pò problematica. Non mi hai mai negato un abbraccio o un bacio dato di cuore e questo per me ha significato, a volte, tutto. Forse non mi hai regalato ori, case, oggetti costosi o preziosi ma hai saputo costruire un giaciglio d'oro nel mio cuore, quello in cui ti porterò per sempre.
Mi mancherai nonna, mi mancherà il tuo "bellumat", la tua cucina, i tuoi abbracci, la tua voce e la tua espressione sorridente.
Il pomeriggio del 13 agosto 2012 ti ha vista esalare l'ultimo respiro... ho pregato tanto negli ultimi mesi che ciò accadesse... ti sarebbe stata risparmiata questa pagina dolorosa della vita se il cielo mi avesse ascoltata...
Nonna non ho mai desiderato tanto come in questi momenti che il paradiso esista, che tu possa riabbracciare il tuo Luigi... io so che la morte non ti faceva paura proprio perchè tanta era la voglia di riunirti a lui per sempre!
Buon viaggio nonna, non guarderò mai più il cielo e le stelle senza pensare a te, sarai per sempre in quel giaciglio dorato, finchè la mia mente sarà in grado e oltre... e un giorno magari in quel paradiso ci potremmo abbracciare di nuovo... quindi non è un addio ma un arrivederci... ti voglio bene!
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